Convegno DEZINFORMACIJA E MISURE ATTIVE: LE NARRAZIONI STRATEGICHE FILO-CREMLINO IN ITALIA SULLA DEMOCRAZIA LIBERALE E LA “DECADENZA” DELLE SOCIETA’ OCCIDENTALI 28 marzo 2023   ore 16-20 Casa dell’Aviatore – Via dell’Università, 20 – Roma

Convegno

DEZINFORMACIJA E MISURE ATTIVE:
LE NARRAZIONI STRATEGICHE FILO-CREMLINO IN ITALIA SULLA DEMOCRAZIA LIBERALE E LA “DECADENZA” DELLE SOCIETA’ OCCIDENTALI

28 marzo 2023   ore 16-20
Casa dell’Aviatore – Via dell’Università, 20 – Roma

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L’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici ha promosso il convegno “Dezinformacija e misure attive: le narrazioni strategiche filo-Cremlino in Italia sulla democrazia liberale e sulla «decadenza» delle società occidentali”, che si è svolto martedì 28 marzo 2023 presso la Casa dell’Aviatore, Roma.

Una registrazione integrale del convegno è disponibile in streaming al link:  https://www.youtube.com/live/_2XKsJIPJU8

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 Programma del Convegno:

Introduzione
Luigi Sergio Germani (Direttore, Istituto Gino Germani di Scienze Social e Studi Strategici)

Il tema del tramonto dell’Occidente “decadente e nichilista” nella guerra cognitiva del Cremlino in Italia
Massimiliano Di Pasquale (Responsabile dell’Osservatorio Ucraina dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici)

 L’ideologia del Russkij Mir e i miti della propaganda russa in Italia
Stefano Caprio (docente presso il Pontificio Istituto Orientale)

 Una risposta alla dezinformacija: la counterintelligence a tutela della società italiana
Claudia Palazzo (Kyiv Post e CSIG-Centro Studi Italo-Georgiani, ricercatrice in studi di intelligence e analista di area post-sovietica).

L’opposizione italiana alla guerra in Ucraina e la critica alla nostra democrazia: riflessioni sugli amplifiers italiani di narrazioni strategiche filo-Cremlino
Roberto Di Nunzio (Giornalista e saggista, docente di information warfare e tecniche sociali dell’informazione)

La guerra delle parole: come il Cremlino attacca la democrazia liberale (in inglese)
Edward Lucas (Senior Advisor, CEPA-Center for European Policy Analysis)

 L’ideologia putiniana e la propaganda del Cremlino contro le democrazie occidentali (in inglese)
Donald Jensen (Senior Advisor, Center for Russia and Europe,  US Institute of Peace, Washington, DC, e Adjunct Professor, Johns Hopkins University, Washington, DC)

Sessione Q&A e dibattito

Modera: Gabriele Carrer (Formiche.net, media partner ufficiale)

Il convegno rappresenta il terzo evento di un ciclo di tre conferenze sul tema “Dezinformacija e misure attive: le narrazioni strategiche filo-Cremlino in Italia”, che si svolge nel periodo gennaio-marzo 2023 presso la Casa dell’Aviatore (scarica il documento esplicativo sul ciclo di conferenze).

SPUNTI DI RIFLESSIONE

 La democrazia liberale viene percepita dal Cremlino come una insidiosa minaccia per la stabilità del regime di Vladimir Putin.  La democrazia liberale rappresenta un modello di società alternativo che, nonostante i suoi molteplici problemi e imperfezioni, potrebbe diventare una forza di attrazione per ampi settori della popolazione russa e delle popolazioni di altri Stati post-sovietici che Mosca vorrebbe mantenere nella propria sfera di influenza.

Da almeno un decennio, infatti, uno degli obiettivi più importanti della strategia geopolitica di Mosca è quello di destabilizzare le democrazie occidentali, favorendone l’evoluzione in direzione autoritaria, al fine di rafforzare la stabilità e la sicurezza interna del regime putiniano. Non a caso, da anni la macchina di propaganda del Cremlino diffonde, a livello globale e nel nostro paese, svariate narrative strategiche tese a screditare e delegittimare la democrazia liberale e la “società aperta”.

Una di queste narrazioni afferma che la democrazia liberale genera crescente instabilità e ingovernabilità e che non è in grado di gestire i problemi del XXI secolo (come le pandemie globali, il terrorismo, l’immigrazione di massa).  E’ inevitabile, secondo questo messaggio, il crollo dei regimi democratici e l’ascesa di nuovi autoritarismi in Occidente.

Un’altra narrativa diffusa sistematicamente dall’ecosistema di disinformazione e propaganda filo-Cremlino sostieneche gli Stati liberal-democratici dell’Occidente in realtà sono “dittature mascherate da democrazie”, perché il vero potere non verrebbe esercitato dai leaders politici eletti dal popolo ma da una “élite globalista” transnazionale e occulta,  che controllerebbe i governi nazionali imponendo sulla società una ideologia “liberal-globalista” obbligatoria e il “pensiero unico” . Una narrazione strettamente collegata asserisce che nelle democrazie occidentali non c’è libertà di espressione, vige la censura, e gli oppositori e i dissidenti vengono repressi come nei regimi autoritari.

La propaganda russa ha molto intensificato la divulgazione di questo tipo di messaggio durante la pandemia da COVID-19, al fine di favorire la radicalizzazione violenta delle proteste no-Vax e no-Green Pass.  Influenzati dalle narrazioni filo-Cremlino questi movimenti di protesta spesso dipingevano il governo Italiano come “dittatura sanitaria” simile al regime nazista, e abbracciavano teorie cospirazioniste come il “Grande Reset” (secondo la quale le élite mondiali mirano a sfruttare la pandemia per istaurare un sistema orwelliano di controllo e sorveglianza totale delle masse).

Un altro tipo di narrativa filo-Cremlino (spesso amplificata dalla destra radicale e i movimenti rossobruni in Italia) sostiene che l’Occidente – e l’Europa in particolare – sia una civiltà decadente, materialista, e senza Dio, dominata dall’individualismo sfrenato, dal nichilismo e da comportamenti sessuali devianti.  Una civiltà destinata all’imminente collasso perché il “liberalismo” avrebbe sovvertito i valori tradizionali della famiglia, del patriottismo e della religione cristiana (che i governi occidentali vorrebbero sostituire con pseudo-religioni, come “l’ideologia LGBT”).  Invece, la Russia di Putin, secondo questa narrazione, difende i valori tradizionali e la religione cristiana, minacciati dalla cultura occidentale “post-moderna” in tutto il mondo.

Le campagne cognitive del Cremlino tese a screditare la democrazia liberale e la moderna civiltà occidentale vanno anche inquadrate in un’analisi più ampia della ideologia del regime putiniano.  Secondo diversi studiosi, a partire dal 2012 il regime di Putin avrebbe elaborato una nuova ideologia di Stato, ultra-nazionalista, anti-Occidentale e fortemente influenzata dalla Chiesa Ortodossa Russa.
Questa ideologia afferma che lo scontro tra Russia e Occidente non sarebbe solo geopolitico ma sarebbe anche – e soprattutto – uno scontro di natura culturale e religiosa: l’Occidente, visto come una civiltà sempre più decadente e perversa, rappresenterebbe una grave minaccia per i valori sociali e spirituali tradizionali della Russia.  La Russia di Putin, pertanto, sarebbe impegnata in una lotta di civiltà per proteggere le proprie tradizioni e valori dall’influenza della cultura occidentale “post-moderna”, per  contrastarne l’invadenza a livello globale e proteggere il Cristianesimo in tutto il mondo.

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