Alcune considerazioni sul “ruscismo”, l’ideologia totalitaria della Russia putiniana

L’invasione su larga scala dell’Ucraina nel febbraio 2022 e la brutalità degli eccidi di Bucha, Hostomel, Irpin, Chernihiv, Mariupol, che sin dalle prime settimane di guerra hanno mostrato al mondo intero il volto genocidario della Russia attuale, fotografano un regime con caratteristiche specifiche meritevoli di approfondimento. Consolidatasi grazie al ruolo determinante del patriarcato ortodosso di Mosca, quella di Putin è una dittatura basata sul culto di personaggi sanguinari della storia russa, zarista e sovietica e su una ideologia totalitaria che unisce razzismo e fascismo.

Tanto che, scrive Di Pasquale nel suo approfondimento, “Diverse leggi sulla memoria, originariamente destinate a criminalizzare la critica alla versione ufficiale del Cremlino della Seconda guerra mondiale, hanno acquisito un significato più ampio che le ha rese adatte a sanzionare la “mancanza di rispetto” nei confronti dei signori della guerra medievali della Russia, equiparandoli di fatto agli “eroici soldati sovietici.” Le critiche alla storia medievale della Russia e a personaggi sanguinari come Ivan il Terribile sono bollate dai funzionari statali russi “come parte di una ‘guerra dell’informazione’ condotta dall’Occidente contro la Russia e, quindi, deleterie per gli interessi statali russi.”

Leggi la nuova nota analitica di Massimiliano Di Pasquale, direttore dell’Osservatorio Ucraina dell’Istituto Germani. Giornalista, saggista, ucrainista, è esperto di disinformazione e Paesi post-sovietici.

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