Il Center for Defense Reforms, think tank ucraino presieduto da Oleksandr V. Danylyuk, ex consigliere del ministero della Difesa di Kyiv, ha pubblicato recentemente il rapporto analitico “Toy Soldiers: Nato military and intelligence officers in Russian active measures” , che approfondisce il ruolo di influencer filo-Cremlino europei provenienti dal mondo militare e dell’intelligence. Il rapporto esamina otto paesi : Norvegia, Francia, Grecia, Repubblica Ceca, Italia, Bulgaria, Spagna e Germania. Si tratta di un tema particolarmente delicato, soprattutto per il nostro paese, dove diverse autorevoli personalità provenienti dalle Forze Armate diffondono sistematicamente narrazioni strategiche filo-russe.
Il rapporto afferma giustamente che, dopo l’invasione militare totale dell’Ucraina nel febbraio 2022, “ il Cremlino ha intensificato le operazioni sovversive e le misure attive condotte dai servizi segreti russi in Occidente, compresa l’Unione Europea, allo scopo di destabilizzare l’Unione Europea e la NATO, sovvertire l’unità interna di queste organizzazioni, radicalizzare determinati gruppi sociali, e influenzare le dinamiche politiche dei paesi occidentali anche tramite l’azione di proxy politici”. Per condurre tali operazioni – spiega il documento – i servizi segreti russi si avvalgono di agenti di influenza che godono di significativa autorevolezza nei loro paesi: personaggi pubblici, politici, giornalisti, esponenti religiosi, accademici, esperti e scienziati.
Il rapporto si propone di analizzare i presunti collegamenti con la Federazione russa di ex alti funzionari delle forze armate e dei servizi di intelligence europei, e il loro ruolo nelle “misure attive” tese a influenzare l’opinione pubblica e i decisori politici europei in funzione degli interessi geopolitici della Russia. Esso sostiene che tali influencer, provenienti dal mondo militare, sono particolarmente autorevoli nell’attuale fase storica, caratterizzata dalla presenza di un conflitto bellico in Europa per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tali influencer godono di un alto livello di fiducia nella società e tra i leader politici, e vengono considerati esperti in questioni di sicurezza, difesa, e politica estera.
Il capitolo dedicato all’Italia individua varie autorevoli personalità provenienti dalle Forze Armate che, secondo gli estensori dello studio, diffondono narrazioni filo-Cremlino. Il documento, inoltre, analizza i collegamenti degli influencer militari tra di loro e con think tank , riviste, associazioni culturali, e gruppi politici italiani e internazionali. Il rapporto contiene informazioni di interesse per gli analisti della propaganda e della disinformazione filo-russa in Italia. Tuttavia, vista la delicatezza del tema, ci sembra opportuno evidenziare tre aspetti critici .
In primo luogo, nel documento non viene chiarita la distinzione tra “influencer” e “agente di influenza”, due concetti che vanno tenuti ben separati . Sarebbe illegittimo e arbitrario caratterizzare senza alcuna prova un influencer (militare o civile) che diffonde narrazioni filo-russe come un “agente di influenza” al servizio di Mosca, che per definizione è collegato con apparati dello Stato russo, e in particolare con i servizi segreti del regime putiniano. Gli influencer filo-russi spesso non hanno alcun collegamento con la Federazione russa e sono mossi da convinzioni personali o influenzati inconsapevolmente dalla propaganda russa. Va sottolineato, tuttavia, che gli influencer vengono sistematicamente strumentalizzati, a loro insaputa, nelle operazioni di influenza condotte dai servizi di intelligence russi nel nostro paese.
In secondo luogo, lo studio non distingue tra due filoni diversi di influencer filo-russi in Italia: i “rosso-bruni” e i Russlandversteher. I rosso-bruni ( e i cosiddetti “neo-Eurasisti”) sono spesso ammiratori di Aleksandr Dugin , il filosofo ultranazionalista russo. Hanno opinioni radicali pro-Mosca e anti-occidentali, e considerano la Russia un potenziale alleato dell’Italia contro le élite dell’Unione Europea e “globaliste” che avrebbero impoverito il nostro paese. I Russlandversteher italiani, invece, hanno una posizione filo-russa moderata e “pragmatica”, spesso basata su considerazioni di realpolitik, e sostengono che l’Italia, anche se fa parte della NATO e dell’Unione Europea, dovrebbe mantenere un “rapporto speciale” con la Russia (si veda il report “L’influenza russa sulla cultura, sul mondo accademico e sui think tank italiani”)
Nel rapporto mancano, infine, riferimenti a influencer, think tank, istituzioni accademiche, associazioni, case editrici, partiti e movimenti politici che hanno svolto e svolgono un ruolo rilevante nell’amplificazione di narrazioni strategiche filo-Cremlino nella società italiana e nello stesso mondo militare. Un’analisi approfondita di questi attori, e delle narrative che diffondono, viene svolta in quattro rapporti dell’Istituto Germani nell’ambito del Progetto Dezinformacija.
Prendendo spunto dal documento va evidenziato che, da oltre un decennio, una delle principali priorità della strategia russa di misure attive nel nostro paese è influenzare il mondo militare italiano. A tale scopo Mosca mira a diffondere in ambienti militari narrazioni atte a rafforzare e sfruttare gli orientamenti fortemente sovranisti, populisti, conservatori e antiamericani che, in certa misura, sono presenti all’interno delle forze armate. La propaganda russa destinata agli ambienti militari enfatizza, ad esempio, narrative sull’ immigrazione “fuori controllo” come minaccia esistenziale alla Nazione, sulla crescente minaccia ai valori tradizionali e cristiani nelle società contemporanee , sulla decadenza morale del mondo occidentale, sul tradimento degli interessi nazionali italiani da parte delle élites, sulla democrazia liberale come forma di governo che porterebbe i paesi all’ingovernabilità, al disordine e al caos. Oltreché, ovviamente, narrazioni filo-russe, anti-occidentali, anti-NATO in tema di politica internazionale, e sulle cause della guerra in Ucraina in particolare.
Molte di queste narrazioni vengono amplificate da siti italiani specializzati in questioni di difesa, sicurezza e geopolitica, che hanno come un target prioritario gli ambienti militari. Non sappiamo, tuttavia, se le misure attive di Mosca siano effettivamente riuscite a influenzare in modo significativo percezioni e orientamenti all’interno delle Forze Armate italiane .