Attacchi ad personam e narrazioni strategiche russe

di Massimiliano Di Pasquale – Leggendo l’articolo di Elena Basile “Ucraina, su cosa si fonda il negoziato Trump-Putin”, pubblicato domenica 16 febbraio 2025 da Il Fatto Quotidiano, ci saremmo aspettati di trovare un’analisi dettagliata della trattativa in corso tra Stati Uniti e Russia per la cessazione della guerra in Ucraina.

Arrivati in fondo all’articolo ci siamo dovuti arrendere all’evidenza che, nel pezzo scritto dall’ex diplomatica italiana, ora firma del giornale diretto da Marco Travaglio, delle trattative tra Stati Uniti e Russia per la pace in Ucraina non vi sia quasi traccia.

A parte un generico accenno all’esistenza in Trump “di un’anima negoziatrice che potrebbe considerare interesse degli oligarchi al potere negli Usa la liberazione del fronte in Europa, essenziale per concentrarsi sullo scacchiere indopacifico e sul contenimento della Cina” e al fatto che “Putin potrebbe tuttavia essere indotto a concessioni territoriali (sull’oblast di Zaporizhzhia o sui territori a ovest del Dnepr), incentivato dalla cancellazione delle sanzioni, anzitutto quelle relative all’esportazione di petrolio via mare” nel pezzo si parla d’altro.

Il pezzo è infatti un attacco frontale, non certo in punta di fioretto, all’ex Ambasciatore Italiano a Kyiv, Pier Francesco Zazo, accompagnato da quelle stesse narrazioni, peraltro trite e ritrite, con cui Mosca conduce da anni la sua guerra ibrida contro l’Ucraina e il mondo libero e che Putin ha utilizzato per giustificare la sua brutale guerra di aggressione a un popolo e ad una nazione sovrani.

Ma lasciamo parlare Basile.

Fonte: X/Elena Basile – Clic per ingrandire

“L’ex ambasciatore italiano a Kiev, dopo quattro anni di soggiorno nel Paese e ancora oggi, ormai in pensione, ha difeso e difende il nazionalismo ucraino in un modo più che zelante che gli ha facilitato la promozione ad ambasciatore di grado. E continua a ignorare le infiltrazioni dei nazisti che idolatrano Bandera, la divisione di un Paese tra Est e Ovest, la violazione dei principi europei quali autodeterminazione dei popoli, non ingerenza negli affari interni di un altro Stato, protezione delle minoranze linguistiche”.

“Un diplomatico che ha tutti gli strumenti culturali per comprendere cosa avviene sulla scena internazionale difende una guerra per procura degli Stati Uniti contro la Russia che utilizza il popolo ucraino come carne da macello. Che lo faccia per opportunismo carrieristico oppure per fede nel nazionalismo ucraino e nelle politiche neo-conservatrici Usa, in ogni caso si rende complice di crimini insopportabili”.

L’Ambasciatore Zazo viene accusato, tra le altre cose, di difendere il nazionalismo ucraino, di ignorare le infiltrazioni di nazisti (non poteva ovviamente mancare il richiamo a Bandera, evergreen della propaganda di Mosca sin dai tempi di Khrushchev), quindi di rendersi complice di “crimini insopportabili” o per “opportunismo carrieristico oppure per fede nel nazionalismo ucraino e nelle politiche neo-conservatrici Usa”.

Sta di fatto, scrive Basile, che la difesa più che zelante del nazionalismo ucraino “gli ha facilitato la promozione ad ambasciatore di grado”.

L’Istituto Germani ha raggiunto telefonicamente Pier Francesco Zazo, per chiedergli un commento sulla vicenda.

Il dott. Zazo ci ha raccontato come in queste ore, dopo il virulento attacco mediatico subito, abbia ricevuto numerosi messaggi e telefonate di sostegno e stima per il suo lavoro a Kyiv da parte di amici e colleghi e ci ha inviato il testo del comunicato stampa di solidarietà nei suoi confronti, emesso il 18 febbraio 2025 dal Consiglio del SNDMAE e diffuso alle agenzie.

Il messaggio recita (1):

In merito a recenti articoli apparsi sulla stampa, riguardanti il ruolo svolto dai diplomatici italiani nel tragico frangente della guerra russa contro l’Ucraina, il Sindacato Nazionale dei Dipendenti del Ministero degli Affari Esteri – SNDMAE, rappresentativo della carriera diplomatica italiana, esprime pieno sostegno all’Ambasciatore Pier Francesco Zazo, per i gravi attacchi personali che gli sono stati rivolti.

L’Ambasciatore Zazo ha operato in condizioni estremamente difficili, con professionalità e spirito di servizio, garantendo la continuità della presenza diplomatica del nostro Paese in Ucraina nei giorni dell’invasione russa. Egli ha coordinato con successo l’evacuazione del personale non essenziale dell’Ambasciata e dei connazionali che ne facevano richiesta, mantenendo al contempo aperto il canale di dialogo con tutte le autorità coinvolte.

Questi risultati parlano da soli e testimoniano l’impegno costante del collega, e della diplomazia italiana in generale, nella tutela degli interessi nazionali, nel rispetto delle prerogative del Governo in materia di politica estera e di difesa. Il SNDMAE ritiene inaccettabile che l’operato di un diplomatico venga messo in discussione attraverso attacchi personali basati su argomentazioni capziose, che non tengono conto della complessità della situazione internazionale e del ruolo della diplomazia, che non è quello di promuovere interessi e convinzioni personali, ma di agire con equilibrio e pragmatismo a favore della stabilità e gli interessi del Paese.

Il SNDMAE difende la straordinaria professionalità dell’Ambasciatore Zazo e dell’intera carriera diplomatica italiana, e invita tutti gli attori del dibattito pubblico a mantenere un livello di confronto onesto e rispettoso.

Prima di procedere a una breve analisi delle narrative filo-Cremlino presenti nel pezzo è utile riportare altri due passaggi dell’articolo, dove vengono chiamati in causa rispettivamente, l’Alto rappresentante per la Politica estera europea, Kaja Kallas e il Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky.

“Chissà se l’Alto rappresentante per la Politica estera europea, Kaja Kallas, una dirigente bellicista che ancora oggi sostiene una guerra che gli ucraini non vogliono combattere, vorrà schierare la sua Estonia al confine per fronteggiare la Russia”.

“La caduta del regime di Zelensky, fantoccio anglo-americano, è una condizione importante per realizzare gli obiettivi della cosiddetta operazione speciale”.

Partiamo da questi ultimi due passaggi, poi ci occuperemo dei messaggi che fanno da contorno all’attacco all’Ambasciatore Zazo.

Ancor prima del suo insediamento il 1° dicembre 2024, in qualità di Alto rappresentante per la Politica estera europea, Kaja Kallas è stata oggetto di una campagna denigratoria da parte del Cremlino e di tutti gli outlet, anche italiani, che riportano e amplificano le narrazioni russe.

A giugno-luglio 2024 le principali narrazioni su Kallas pubblicate da media alternativi come l’AntiDiplomatico amplificavano questi messaggi:

  • Rutte, von der Leyen e Kallas sono i leader guerrafondai di NATO e UE (2)
  • Kallas è stata inviata a Bruxelles per evitare altri scandali interni in Estonia (3)
  • La nomina di Kaja Kallas dimostra che l’UE è allineata ai dettami della NATO (4)
  • Kallas è una russofoba viscerale (5)
  • Kallas è favorevole allo smembramento della Russia (6)
  • Il padre di Kaja Kallas fu deportato in Siberia perché collaborazionista dei nazisti (7)

Basile in effetti è più sobria. Si limita, per così dire, a definire Kallas “dirigente bellicista”, aggiungendo che “ancora oggi sostiene una guerra che gli ucraini non vogliono combattere”.

Peccato, si potrebbe replicare all’ex diplomatica italiana, che l’Ucraina sia costretta a combattere una guerra per difendersi dalla Russia che ha invaso il suo territorio, ucciso, stuprato e terrorizzato la popolazione civile e deportato bambini.

Quella di Zelensky come fantoccio anglo-americano è una delle narrazioni russe più diffuse dal Cremlino.  Fa parte di una più ampia campagna di disinformazione per giustificare l’invasione immotivata della Russia in Ucraina. Definendo il Presidente Volodymyr Zelensky un fantoccio di Londra e Washington, Mosca cerca di minare il sostegno popolare alla resistenza ucraina, negando al contempo qualsiasi legittimità alla leadership e alla statualità dell’Ucraina.

Strettamente collegata a quella del governo fantoccio è la narrazione della proxy war, ossia della guerra per procura degli americani e della NATO contro la Russia in Ucraina. È una delle narrazioni del Cremlino e dei media pro-Cremlino più frequentemente riprese anche in Italia da media e intellettuali.

Basile fa propria questa narrazione quando, insinuando un comportamento intellettualmente poco onesto da parte l’Ambasciatore Zazo, scrive che “un diplomatico che ha tutti gli strumenti culturali per comprendere cosa avviene sulla scena internazionale difende una guerra per procura degli Stati Uniti contro la Russia che utilizza il popolo ucraino come carne da macello”.

Peccato che quella in Ucraina non sia affatto una guerra per procura degli Stati Uniti ma una guerra d’invasione a uno stato libero, indipendente e sovrano dal 1991.

In quanto alle divisioni Est-Ovest in Ucraina, citate nel pezzo, è utile ricordare che prima dell’inizio della guerra russa in Donbas nel 2014 con l’invio da Mosca di proxy, mercenari e truppe regolari russe, gli ucraini vivevano in pace e armonia. In Crimea la lingua russa godeva dello status di lingua ufficiale accanto all’ucraino.

Rispetto alla questione della tutela delle minoranze la Basile dovrebbe piuttosto interrogarsi sulla sorte dei tatari e degli ucraini in Crimea dopo che la penisola ucraina è stata annessa illegalmente dalla Russia nel marzo 2014. Che fine hanno fatto queste minoranze?

Il mito degli ucraini nazisti e dell’Ucraina antisemita e russofoba è un evergreen della propaganda russa sin dai tempi sovietici. È stato puntualmente rivisitato la mattina del 24 febbraio 2022 quando Putin ha annunciato alla televisione russa che era in atto “la demilitarizzazione e denazificazione in Ucraina”.

Un mito, che a quanto pare, continua a essere ripreso tuttora anche da certa stampa italiana.

Massimiliano Di Pasquale è direttore dell’Osservatorio Ucraina dell’Istituto Germani. Giornalista, saggista, ucrainista, è esperto di disinformazione e Paesi post-sovietici.  

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Avvertenza:
questo articolo non intende in alcun modo affermare che le persone e i media italiani citati abbiano delle connessioni con la Federazione Russa o con attori governativi o non-governativi al suo interno.

Note

1) https://sndmae.it/new.php?n=1739884642
2) L’AntiDiplomatico, Fabrizio Poggi, 1 luglio 2024, https://web.archive.org/web/20240702202348/https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-natoue_volti_nuovi_ma_vecchie_strategie_guerrafondaie/45289_55505/
3) L’AntiDiplomatico, Fabrizio Poggi, 1 luglio 2024, https://web.archive.org/web/20240702202348/https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-natoue_volti_nuovi_ma_vecchie_strategie_guerrafondaie/45289_55505/
4) L’AntiDiplomatico, Giacomo Gabellini, 28 giugno 2024,  https://web.archive.org/web/20240629024805/https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-limmolazione_della_germania_sullaltare_dellatlantismo/5871_55471/
5) L’AntiDiplomatico, Andrea Zhok, 27 giugno 2024,  https://web.archive.org/web/20240629024805/https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cosa_pensa_il_nuovo_capo_della_politica_estera_ue_sul_conflitto_in_ucraina/39602_55459/
6) L’AntiDiplomatico, Andrea Zhok, 27 giugno 2024,  https://web.archive.org/web/20240629024805/https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cosa_pensa_il_nuovo_capo_della_politica_estera_ue_sul_conflitto_in_ucraina/39602_55459/
7) L’AntiDiplomatico, Fabrizio Poggi, 16 giugno 2024,  https://web.archive.org/web/20240617015500/https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-alcune_curiosit_sullo_storico_fallimento_banderokieviano_a_brgenstock/39602_55298/

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